La storia/ Sapevate che a Rezzo esiste la faggeta più estesa della regione Liguria?

Sapevate che a Rezzo esiste la faggeta più estesa della Liguria? L’area è di oltre 800 ettari di ceduo semplice e ceduo composto distribuiti fra i 900 e i 1400 metri di altitudine lungo il versante che dal Monte Monega scende ai passi Teglia e Mezzaluna.
Un’altra curiosità? Il bosco custodisce, oltre a esemplari di faggio alti sino a 30 metri, una flora estremamente variegata, con specie endemiche quali la genziana ligure (Gentiana ligustica), la carice del Col di Tenda (Carex tendae) e vari tipi di orchidee. Per effetto della varietà climatica e ambientale, la fauna è altrettanto ricca: sono presenti il lupo, il camoscio, il picchio nero e lo sparviero. Fra le specie di interesse comunitario sono presenti il geotritone (Speleomantes strinatii), chirotteri del genere Rhinolophus e numerosi uccelli di interesse scientifico inclusi in direttive comunitarie tra i quali il gufo reale (Bubo bubo), il biancone (Circaetus gallicus) e il gallo forcello (Tetrao tetrix tetrix).

Ma c’è anche una storia quasi fiabesca che riguarda il Bosco di Rezzo. Ha sempre rappresentato, anche grazie alla propria estensione, un’importante fonte di reddito per tutti gli abitanti della valle: dai suoi alberi si ricavano ancora oggi, infatti, legna da ardere, legname per costruzioni, frutti del sottobosco, funghi, castagne, erbe e le listarelle di legno di nocciolo (scuje) impiegate per realizzare i tipici canestri di Rezzo (cavagni). Nel bosco sono inoltre tuttora visibili le radure pianeggianti dove, ancora nella prima metà del XX secolo, venivano costruite fornaci e carbonaie per la produzione di calce e carbone. Il Sotto di San Lorenzo, una depressione tettonica che ospita un importante sito di testimonianze storiche, era probabilmente già frequentato nel III millennio a.C. da pastori e guerrieri, come testimonia anche il menhir risalente al periodo eneolitico, che sembra segnalare un punto di passaggio o il confine di un territorio particolare. Proprio al margine della conca si nota poi un masso tabulare con coppella e canale di scolo, forse antico altare sacrificale di epoca celtica.

Ma anche Rezzo ha una storia particolare. Dal 1929 comprende anche il territorio di Cenova e Lavina. Quest’unione completò l’aggregazione politica della valle, già iniziata dalla Repubblica Ligure nel 1797. In precedenza i rapporti tra il capoluogo e le sue due attuali frazioni erano molto tesi. Rezzo, feudo dei Clavesana e dominio genovese, si contrapponeva a Cenova e Lavina, borghi appartenuti prima ai Lascaris e poi ai Savoia.
L’articolato borgo di Rezzo è stato disegnato intorno ai castelli; quello medioevale prima e quello seicentesco poi. Rezzo ebbe, grazie agli alpeggi e al bosco, un relativo benessere. L’acquisto della Valle di Oneglia da parte di Emanuele Filiberto di Savoia, che voleva unire con una comoda via Torino al mare, impose ai mulattieri l’aggiramento della genovese Pieve di Teco e quindi il transito delle merci provenienti dalla Valle di Oneglia attraverso San Bernardo del Conio, Lavina e Cenova. Per due secoli questa via fu utilizzata commercialmente, procurando discreti vantaggi economici a Cenova e Lavina. Da questi borghi proviene una lunga tradizione di piccapietre, muratori e artisti, partecipanti a un esteso movimento culturale sviluppatosi nel tardo medioevo tra Liguria, Monregalese e Provenza.

ricalca il crinale occidentale della valle di Rezzo. Questa via portava dalle valli monregalesi alla costa ligure. Lungo il percorso, tra il Passo del Pizzo e il Passo della Mezzaluna, vi è un’ampia depressione chiamata, dall’omonima cappella ormai ridotta a rudere, Sotta di San Lorenzo: si tratta di un anfiteatro a 1600 metri sul livello del mare, in uno splendido ambiente naturale. La Sotta di San Lorenzo è sovrastata dal passo che conduce a Drego, insediamento già frequentato in epoca preistorica. Lungo questa via, sul crinale, si incontra una pietra infissa nel terreno, da alcuni indicata come menhir. Il Comune di Rezzo, oggi, conta poco più di 300 abitanti che tuttavia raddoppiano durante il periodo estivo. Negli ultimi anni sono sorte nuove realtà economiche mirate alla produzione di prodotti di eccellenza come i latticini, l’olio, il miele e il vino tutti rigorosamente bio. L’amministrazione comunale ha l’obbiettivo di promuovere il territorio attraverso iniziative culturali, enogastronomie e sportive.

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